BATIK TECNICA ANTICA ED AFFASCINANTE

BATIK tecnica antica ed affascinante

Il BATIK è una tecnica decorativa per tessuti detta a riserva. Le stoffe, meglio se bianche e di fibre naturali di origine animale (lana e seta) o vegetale (cotone e lino), vengono immerse in un bagno di colore dopo avere riservato (cioè coperto), le zone che non devono essere tinte, con cera fatta sciogliere a bagnomaria e poi lasciata raffreddare prima della tintura. Il procedimento può essere ripetuto diverse volte, riservando altre zone e tingendo con colori via via più scuri.

 

 

AMBIENTE DI LAVORO

Il “laboratorio” deve essere un luogo ben illuminato con posti distinti e separati per la ceratura e la tintura in modo da evitare indesiderate macchie di colore o di cera. Per la ceratura sarà necessario un piano di appoggio solido e abbastanza grande per potervi appoggiare il telaio, il fornellino per scaldare la cera, e un contenitore per i pennelli e i Tjanting. La zona tintura dovrà essere vicino ad un lavandino e avere un piano di appoggio molto stabile dove posizionare le bacinelle con il colore e un catino con acqua nel quale sciacquare i guanti tra un bagno di tintura e l’altro.

 

MATERIALI E STRUMENTI

Alcuni degli strumenti indispensabili per la tintura Batik sono facilmente reperibili in casa, altri invece sono specifici per questa tecnica. Vediamoli raggruppati e divisi in base alle diverse fasi di lavorazione: matite, gomma e fogli di carta  (per il disegno); telaio e puntine (per tendere e fissare il tessuto); fornellino, contenitore per la cera e pentolino per il bagnomaria (per sciogliere la cera); cera d’api e paraffina; pennelli di varie misure con il manico in legno;

Tjanting, stampini in legno o in plastica (facoltativi); presine; bacinelle di plastica, guanti in gomma, contenitore graduato, colino, misurini, cucchiai in legno; ferro da stiro, fogli di giornale (per eliminare la cera)… e naturalmente le tinture in polvere Deka Batik L!

 

 

TINTURE

I classici colori per la tecnica Batik sono i Deka Batik L disponibili in un vasto assortimento di tinte in confezione da 10 grammi. Si possono miscelare tra loro per ottenere un infinito numero di gradazioni. Sono facilmente diluibili e agiscono a bassa temperatura, quindi sono perfetti per la tintura dei tessuti precedentemente trattati con la cera.

 

 

TESSUTI

Tingendo, i migliori risultati si ottengono con tessuti bianchi di fibre naturali di origine animale (lana e seta) o vegetale (lino e cotone). I tessuti di fibra sintetica assorbono il colore in maniera disomogenea o non lo assorbono affatto. Tutti i tessuti prima di essere tinti (e in caso vengano decorati con la tecnica Batik, prima di essere incerati) devono essere lavati accuratamente per eliminare l’appretto che impedirebbe l’assorbimento ottimale del colore.

 

 

PROCEDIMENTO

  • Ceratura
  • Tintura
  • Eliminazione della cera

  • La ceratura, (o riserva), delle aree di tessuto che non devono assorbire il colore è ciò che caratterizza la tecnica Batik. Si utilizza una miscela di cera d’api e paraffina (nella proporzione di un terzo e due terzi) sciolta a bagnomaria e mantenuta alla temperatura di 50°/60°C. Utilizzando dei pennelli tondi o piatti si disegna con la cera liquida sul tessuto fissato ben teso (con puntine meglio se a tre punte) su un telaio. Per tracciare linee più sottili si può utilizzare il Tjanting, un attrezzo composto da un manico in legno, da un piccolo serbatoio di rame o ottone per la cera e da un beccuccio da cui farla colare per disegnare. Oltre che pennelli e Tjanting per riservare parti di tessuto è possibile utilizzare timbri in legno e anche stampi in materiali diversi come cartone, sughero, polistirolo, metallo, etc. In questo modo i motivi decorativi sono facilmente ripetibili creando disegni modulari.

    Una volta che si sono cerate le aree del tessuto che non devono assorbire il colore si passa alla tintura. Per prima cosa è bene riunire tutto l’occorrente su un piano solido e ampio posizionato vicino ad un lavandino. Prima di iniziare è indispensabile indossare un paio di guanti di gomma. In una piccola bacinella si versa la polvere tintoria e circa ½ litro di acqua bollente, si mescola bene cercando di far sciogliere ogni piccolo granulo di polvere (eventualmente aggiungendo dell’altra acqua bollente). Si versa il liquido così ottenuto in una bacinella più grande (abbastanza per contenere la tintura finale e il tessuto), lo si diluisce con altri 4 litri circa di acqua tiepida e si aggiungono 3 cucchiai di sale grosso. Con questo bagno di tintura si potranno tingere fino a 250/300 gr di tessuto asciutto. Se si variano le proporzioni tra acqua e colorante si ottengono colori più o meno intensi. Si bagna il tessuto con acqua corrente e lo si strizza bene (operazione necessaria per favorire l’assorbimento omogeneo della tinta), lo si immerge nella tintura e lo si lascia per circa 30 minuti girandolo spesso con un cucchiaio di legno. Tessuti diversi possono reagire in maniera diversa alla tintura, è quindi consigliabile effettuare delle prove soprattutto quando si affrontano progetti impegnativi. Se si desidera creare tinte nuove, i colori si possono mescolare sia in polvere che diluiti. Passato il tempo di tintura, i tessuti devono essere risciacquati in acqua corrente fino a che questa non risulterà perfettamente limpida e stesi ad asciugare all’ombra. Nel caso il progetto preveda due o più colori, si riprenderà dal passaggio iniziale, la ceratura, per poi procedere fino al risciacquo e all’asciugatura. È bene tenere presente che i colori per Batik non sono coprenti ma trasparenti e quindi interagiscono con il colore sottostante: ad esempio, se si tinge di rosso un tessuto bianco, questo diventerà rosso; se con lo stesso rosso si tinge un tessuto giallo, questo diventerà arancione (giallo + rosso= arancione). Nel preparare un progetto è quindi fondamentale prevedere bagni di colore via via più scuri.

    batik procedimento

     

    Al termine del processo di tintura per far ritornare morbido il tessuto decorato si deve procedere con l’eliminazione della cera. Per prima cosa si fanno saltare via i pezzi di cera aiutandosi con la punta di un coltello poi si posiziona il tessuto su uno strato di vecchi giornali, lo si ricopre con un altro foglio di giornale (o carta assorbente) e infine si stira con il ferro caldo (non a vapore). La cera sciogliendosi viene assorbita dai giornali che devono essere sostituiti spesso. Gli aloni di cera che restano intorno ai disegni possono eliminati strofinando un batuffolo di ovatta imbevuto di trielina o benzina o affidandosi ad una lavanderia specializzata.

     

    LEGA E TINGI

    Lega e Tingi, Tie and Dye, Shibori, Plangi… lingue diverse per tecniche simili che sono, sostanzialmente, affini al Batik. Parliamo di riservare parti del tessuto che non devono essere tinte ma, mentre nel Batik si utilizza la cera, nel Lega e Tingi, Tie and Die, Shibori e Plangi si usano legature, piegature e cuciture. La successiva tintura segue le stesse regole già illustrate per il Batik e se si prevede di fare più bagni di colore, tra uno e l’altro non è necessario fare asciugare il tessuto ma basterà un risciacquo accurato.

    Le tecniche a riserva ribaltano completamente l’idea della decorazione dei tessuti… non si stampa o si dipinge sul “tessuto” ma si creano motivi decorativi sorprendenti immergendolo in bagni di colore. L’effetto finale non è mai scontato e, per quanto si possa studiare e preparare a fondo il progetto, esiste la concreta possibilità che il risulta ci stupisca… sono troppe le variabili (il tipo di tessuto, la quantità di colore, il tempo di permanenza nella tintura, la miscela di cera, il filo per le legature, solo per citarne alcune) ma, forse è proprio questo il motivo per il quale tecniche antichissime e che vengono da molto lontano attraggono e affascinano.
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